Un giorno Annalisa contatta la segreteria di Nascere a Modena per chiedere informazioni sul parto a domicilio.
Cercando sul web, infatti, ha trovato ben poche ostetriche nella provincia di Modena che fossero disponibili a seguire un parto a casa. Alla 29esima settimana, Annalisa ci contatta con la speranza di trovare la persona di cui ha bisogno per questa importante fase della sua vita.
Fissiamo subito un colloquio gratuito conoscitivo e informativo con Annalisa.
Lei vuole un supporto per il parto a domicilio e i tempi sono già stretti, quindi è fondamentale iniziare quanto prima la collaborazione per conoscere la sua storia, la sua condizione di salute e per stabilire un rapporto di fiducia e di empatia.
Infatti, la prima visita e i documenti di presa in carico per il parto a domicilio dovrebbero essere mandati in Regione entro e non oltre le 32+0 settimane.
Quindi ci muoviamo subito per far sì che Annalisa esaudisca il suo desiderio di nascita a casa.
Al nostro incontro arriva con Maurizio, il marito. Sono persone meravigliosamente complementari, ma è evidente che lui è lì solo su richiesta di Annalisa. Lui stesso ammette di averla accompagnata solo perché glielo ha chiesto lei e che non è sicuro del perché stia scegliendo un parto a casa. Maurizio arriva con un taccuino pieno di domande proprio per esporre tutti i suoi pensieri e le sue preoccupazioni.
Parliamo di varie cose:
Dopo circa un’ora di conversazione, Maurizio si rilassa e chiude il taccuino e Annalisa si sente accolta e compresa nella sua richiesta di sostegno per il parto a domicilio.
La settimana successiva ci risentiamo per definire il percorso, aprire la cartella e inviare i documenti in regione. Siamo al limite del tempo, ma ci assicuriamo che tutto arrivi nei tempi e si possa partire con il viaggio verso la nascita come desidera Annalisa.
Apriamo la cartella e, da quel momento in poi, ci incontriamo ogni 3 settimane fino alla 37esima settimana.
Durante i nostri appuntamenti controlliamo le condizioni di salute, i movimenti all’interno della pancia, le emozioni di Annalisa. Stabiliamo un rapporto sincero e di fiducia, che l’aiuta a prepararsi con consapevolezza al momento del parto.
Nello stesso periodo, lei e il marito frequentano il corso di Nascere a Modena di preparazione alla nascita. Si trovano con altre coppie e acquisiscono ulteriori conoscenze, che arricchiscono la loro esperienza, e gli strumenti utili per il parto. Apprendono le risorse per ridurre il dolore e scoprono che l’OMS ha dichiarato che il parto a domicilio, grazie anche alla continuità dell’assistenza, riduce la percezione del dolore e il miglioramente degli outcome materno e fetali.
A 37 settimane svolgiamo la prima visita a domicilio, quella di apertura reperibilità.
Nell’incontro ci presentiamo in tre e siamo le colleghe che si rendono reperibili da 37 a 42 settimane.
Annalisa e Maurizio hanno già conosciuto il team nel corso del percorso e hanno stabilito un buon rapporto con tutte.
Sanno che alla nascita saremo in due ostetriche (come previsto dalle linee guida regionali ), ma a volte siamo reperibili in tre per garantire l’assistenza e la presenza nel caso in cui più bambini decidano di nascere gli stessi giorni.
Le colleghe vengono dalle province accanto, ma anche loro fanno parte dell’Associazione Nazionale Culturale Ostetriche Parto a Domicilio e Casa Maternità e insieme ne condividiamo linee di indirizzo e le modalità salutogeniche dell’assistenza. Lavoriamo insieme da anni e siamo un gruppo molto affiatato.
Maurizio e Annalisa notano questa sintonia e si sentono a loro agio ad aprire la propria casa a tutte e tre.
La prima visita da loro, ci permette di calcolare le distanze dallo studio e dai rispettivi domicili, di mettere nel frigo della coppia i farmaci dell’emergenza, così che siano sempre disponibili fino a dopo la nascita. Lasciamo anche la piscina da parto, così che Annalisa possa usarla anche per il travaglio oltre che per la nascita.
Controlliamo tutto ciò che è stato preparato per il parto e lo sistemiamo per essere sempre pronte in qualsiasi momento.
Nelle settimane successive le visite a domicilio si fanno ravvicinate e controlliamo i segni di salute e di fine gravidanza. Annalisa si sente bene e accudita. Per darsi forza si è scritta dei mantra rassicuranti e potenti e li ha appesi sull’armadio di camera sua.
A 41 settimane inizia le visite anche in ospedale. Nella 37esima settimana infatti, la coppia ha aperto una cartella in ospedale, perché sia pronta anche la struttura nell’eventualità di un trasferimento durante il parto a domicilio. Questa decisione è stata presa soprattutto per gli eventuali controlli di routine dalla settimana 41 in poi. Le visite della 41esima settimana infatti, prevedono anche un controllo ecografico e uno cardiotocografico. Da questo momento in poi, quindi, procediamo comunque con le visite a domicilio, che vengono fatte ogni 2 giorni in alternanza a quelle ospedaliere.
Annalisa sa che potrebbe dover ricevere l’induzione farmacologica, ma la rassicuriamo e le facciamo capire che siamo con lei indipendentemente dalla situazione.
Verso la fine della gravidanza, le visite diventano quotidiane. Mettiamo in pratica tutto ciò che può aiutare un’induzione naturale. Utilizziamo tecniche cranio sacrali, punti di digitopressione e altre tecniche bioenergetiche per cercare di richiamare la partenza del viaggio della nascita.
Lavoriamo molto sulla preparazione emotiva di questo momento finale.
Proprio la notte prima del il giorno in cui era programmata l’induzione, partono le contrazioni a casa.
Con l’inizio di queste sensazioni, Annalisa chiede di stare inizialmente da sola. Trova sollievo nella doccia con l’acqua calda, nei massaggi del marito e nel concentrarsi sul rallentare il respiro. Per rispettare il suo desiderio di stare da sola, ma offrirle comunque il supporto richiesto, ci sentiamo frequentemente al telefono per tutta la notte.
Alle 6 del mattino, ci chiama il marito: Annalisa ci vuole con lei.
Ci muoviamo subito per raggiungerla. Arrivate a casa sua, la troviamo nel silenzio della camera. La tapparella è abbassata e c’è una candela accesa.
Le contrazioni sono intense e frequenti. Annalisa respira e sospira. Le membrane del sacco amniotico sono ancora integre e lei è in pieno travaglio.
Il momento della nascita si avvicina e con la collega pre-allertiamo telefonicamente il 118 per comunicare all’ospedale che tutto procede secondo la fisiologia.
Con Annalisa cantiamo il canto di Leboyer ad ogni sua contrazione. Anche il marito si unisce al canto, e sostenendola da dietro fa sì che lei si possa accovacciare a terra.
Andrea nasce tra le voci di quel dolce coro che abbiamo creato per lui e che lo accompagnano mentre viene al mondo.
Si attacca subito al seno della mamma, mentre Annalisa attende di far nascere anche la placenta.
Annalisa, Maurizio e Andrea sono abbracciati ora sul morbido letto, respirando a pieni polmoni quella nuova vita che ha reso la loro famiglia più grande e bella.
Mentre noi scriviamo la cartella clinica, il cedap e tutti gli altri documenti per la regione, Maurizio suona per Annalisa e Andrea una melodia con la chitarra che porta subito una sensazione di serenità a tutti.
Noi ci muoviamo in punta di piedi durante i controlli per far sì che quel quadretto magico non venga interrotto dalla nostra presenza. Siamo attente e silenziose, ricambiando sorrisi e strette di mano alla felice coppia.
Dopo circa 5 ore aiutiamo Maurizio a tagliare il cordone ombelicale e ci prendiamo cura della placenta, come avevano scelto in precedenza, e lasciamo la loro casa.
I giorni successivi facciamo visite quotidiane alla nuova famiglia. Ci prendiamo cura del perineo di Annalisa, dell’attacco al seno di Andrea e del loro benessere.
Dopo 48 ore dalla nascita, eseguiamo a domicilio anche il test di screening per le principali malattie metaboliche.
Con il tempo le visite si diradano. Solo quando Annalisa se la sente, più o meno dopo 40 giorni, programmiamo la nostra visita di fine percorso.
Chiudiamo l’esperienza con un rito di ricentratura per Annalisa e, per l’occasione, utilizziamo dei rebozo messicani.
Annalisa e Maurizio sono felici di aver scelto il parto a domicilio. Maurizio, dopo i vari momenti di confronto, ha avuto modo di rispondere ai suoi dubbi prima del grande evento e ne è contento. Avendo avuto modo di dare voce alle sue preoccupazioni, è riuscito a sentirsi accolto e al sicuro, ma soprattutto ha avuto modo di trovare strumenti suoi per stare accanto alla moglie nel modo in cui desideravano. Ha cambiato completamente opinione rispetto all’inizio e ora condivide la sua esperienza per far sì che più persone conoscano questa possibilità del parto a domicilio.
Annalisa è altrettanto contenta di aver rispettato la sua scelta iniziale e di avere partorito a casa. Il percorso svolto insieme le ha dato l’occasione di nutrire la sua consapevolezza di sé.
A mano a mano che si sono svolti gli incontri, si è sentita sempre più sicura delle sue capacità e delle risorse a sua disposizione per affrontare l’evento della nascita.
Passano un paio d’anni e un mattino ricevo una chiamata di Annalisa: “Ho fatto un test di gravidanza, è positivo. Quando iniziamo il percorso questa volta?”
Contatta Nascere a Modena telefonicamente al numero 366.3174467, via email associazionenascereamodena@gmail.com o tramite il form per raccontare la tua storia.
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Nascere a Modena è una realtà creata da un gruppo di ostetriche desiderose di offrire uno spazio prezioso dove accogliere e accompagnare tutte le donne nella ricerca e nella cura del proprio benessere.
Dal preconcepimento, alla gravidanza, al parto e fino al primo anno di vita del bambino, il supporto delle ostetriche di Nascere a Modena esiste per sostenere le madri e le loro famiglie nella ricerca di uno stile di vita equilibrato, consapevole e che crei salute.
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