Alice è una ragazza di 35 anni, che sta valutando l’accompagnamento in ospedale per la sua prima gravidanza. Ha da poco eseguito l’ecografia morfologica e mi contatta intorno alla 21esima settimana cercando un supporto ostetrico.
Mi aggiorna su tutti gli esami svolti e sulle visite fatte fino a quel momento. Mi riferisce che sono andati tutti bene e che rientrano nei parametri di fisiologia. Tuttavia, mi confida di non riuscire a vedersi nel cambiamento. Sente di non essere pienamente presente e consapevole di ciò che sta succedendo.
Nonostante il compagno Mattia sia una figura presente, dolce e attenta, Alice non riesce a sentirsi presente e connessa con il momento che sta vivendo.
Iniziamo un percorso in gravidanza. Alice non è ancora sicura di dove voglia che avvenga la nascita. A volte pensa di preferire il parto in casa, altre si vede partorire in ospedale. I suoi dubbi nascono soprattutto dal fatto che si sono trasferiti da qualche mese in una nuova abitazione e non si è ancora radicata nel nuovo ambiente. Non lo sente suo o come un luogo familiare. Anche il suo compagno ha molti pensieri su quale sia il posto migliore dove accogliere la propria bambina.
Incontro dopo incontro, affrontiamo tutti i dubbi della coppia e le emozioni che vivono in Alice.
Il suo primo trimestre lo vive in modo molto faticoso sia fisicamente che emotivamente.
Ha tanta nausea, stanchezza, inappetenza e molti sogni vividi che la svegliano.
Inoltre, con la notizia dell’arrivo della bimba, Alice ha vissuto anche un cambio di lavoro e un ritrasferimento qui, dopo tanti anni via.
Ha tenuto duro in attesa di quel famoso riequilibrio del secondo trimestre, ma quel senso di stabilità non è mai arrivato.
Per aiutarla a riconnettersi con il suo corpo, lavoriamo molto sui segnali che esso le invia e che, fino adesso, Alice aveva faticato a captare o comprendere. Con i nostri incontri, Alice inizia a sentire i benefici dei massaggi e dei trattamenti e a decifrare le necessità che vivono in lei.
Le spiego gli strumenti e le risorse a sua disposizione per riportare equilibrio e per accogliere questo prezioso cambiamento.
Con la collaborazione della collega Silvia, lavoriamo sul perineo e lasciamo che emergano le tematiche importanti legate alla femminilità, alla consapevolezza di sé, all’autostima e ai propri spazi.
Alice comincia a frequentare il corso di benessere e movimento. Prendendosi del tempo per se stessa e per riconnettersi con le sue emozioni, diventa sempre più consapevole di come stare bene. Ritrova fiducia nel suo corpo e gli spazi di nutrimento per sé e per la sua bambina.
Durante la gravidanza ci incontriamo ogni 2-3 settimane, almeno all’inizio del percorso insieme.
Dopo iniziamo a vederci ogni 3-4 settimane a mano a mano che si avvicina al terzo trimestre.
A volte siamo solo noi due, mentre altre si unisce anche Mattia.
Con il passare del tempo Alice si sente sempre più rilassata e centrata, consapevole e presente.
La coppia frequenta il corso di preparazione alla nascita.
Confrontandosi con altre famiglie e condividendo le varie esperienze, vengono a conoscenza degli strumenti utili per le varie fasi della nascita.
Apprendono i diversi luoghi per il parto e come trovare quello più adatto alle loro esigenze.
Alice e Mattia, infatti, si rendono sempre più conto di voler un luogo rispettoso, accogliente e, soprattutto, intimo. Desiderano poter vivere quanto più possibile a casa l’inizio del viaggio che li porterà ad abbracciare la loro bimba e di spostarsi in un ospedale quando sarà il momento giusto. A seguito della relazione che abbiamo creato, mi chiedono di stare al loro fianco anche per quest’ultima fase, che comprende l’accompagnamento in ospedale.
Ci organizziamo, quindi, per far sì che Alice possa vivere una parte del travaglio a casa, con l’idea di spostarci presso la struttura scelta dalla coppia.
A 37 settimane con l’inizio della reperibilità, le visite si spostano a casa e ci vediamo circa ogni settimana-10 giorni. Alice comincia a vivere e vede lo spazio di casa come sempre più familiare. Prepariamo insieme fitball e cuscini, che potranno essere utili in travaglio.
Valutiamo insieme i segnali di benessere di Alice e della bimba. In questo momento, infatti, sono tornati il senso di fatica e il bruciore di stomaco, che Alice decide di affrontare con una nuova serie di trattamenti e di massaggi.
Nell’arco di due settimane ci sentiamo per due volte, perché Alice sente qualche contrazione. La bimba si muove molto e fa presagire l’inizio della nascita, ma poi tutto rallenta e le contrazioni scompaiono.
Tutto tace fino ad una sera di primavera quando Alice mi richiama: questa volta le contrazioni sono intense. Le sente diverse, lei si sente diversa. Mi chiede di raggiungerla quanto prima.
Arrivo a casa sua e le contrazioni sono nuovamente lente. Questo causa sconforto e stanchezza in Alice, che non sa cosa deve fare.
Le propongo una doccia calda per lasciare che l’acqua scorra e porti i suoi benefici. Con Mattia al suo fianco, Alice permette alle emozioni di scorrere libere mentre è sotto il getto d’acqua. Ci sono risate, qualche lacrima, carezze alla pancia e un nome sussurrato per la prima volta: Emma. Come se la bimba sentisse il richiamo della mamma, si attivano le contrazioni, che si fanno sempre più intense e più frequenti.
Ancora in doccia, il battito di Emma resta ritmico e le contrazioni diventano più forti. Dopo una di queste particolarmente potente, un liquido rosato scorre da Alice: la bimba ha rotto il suo sacchetto.
Ci spostiamo in ospedale. Nei 20 minuti di viaggio, sfruttiamo l’andata per contattare la struttura e per aggiornare le colleghe sulla condizione di salute di Alice e di Emma. Fornisco loro le informazioni sul loro travaglio, sulle risorse utilizzate e le avviso che stiamo arrivando.
Tra una pausa e l’altra delle contrazioni, Alice cammina dal parcheggio fino alla sala parto.
Le colleghe sono già alla porta e accolgono lei e Mattia portandoli direttamente in sala.
Nella loro cartella è presente l’autorizzazione burocratica, affinché anch'io possa stare con loro anche durante il parto.
Alice ha il tempo di ambientarsi nel nuovo luogo, sostenuta dagli abbracci di Mattia e dal ritmo lento del respiro che l’aiuta con le contrazioni. Molto presto Emma comincia a farsi sentire ed è sempre di più in profondità nel bacino.
Nuovamente Alice si sposta sotto al doccia, questa volta dell’ospedale. Ci sono lacrime, emozioni forti e quel potente fuoco che le riempie il cuore. Il suo corpo sa che è il momento e anche Emma sa che la stanno aspettando e può andare.
E così, proprio nell’antibagno della sala parto, mentre Alice è appoggiata a carponi su una morbida palla stringendo le mani di Mattia, la bimba fa capolino nel mondo.
Io sono sempre lì accanto ad Alice per vivere con lei quella bolla di dolcezza e ammiro la potenza che ha nel lasciarsi andare e accogliere il momento.
Cantiamo insieme il canto carnatico (come abbiamo fatto per tutta l’esperienza della nascita da quando era sotto la doccia di casa) per permettere alla placenta di nascere. Nel frattempo Emma che ha già trovato il seno di Alice e Mattia non riesce a smettere di baciarle la testa. Un momento potente e incredibile di amore puro che avvolge tutta la stanza.
Resto con Alice anche quando la collega si prende cura del suo perineo e fino a quando è ora di andare in reparto.
Arrivati lì, saluto la coppia con un forte abbraccio e con la promessa (come da loro richiesta) di rivederci al loro rientro a casa.
Restiamo in contatto telefonico nei giorni in cui sono ricoverate e Alice mi aggiorna sui loro adattamenti.
Dopo l’accompagnamento in ospedale e la nascita di Emma, la nuova famiglia torna finalmente a casa. Ora sono in tre.
Raggiungo Alice ed Emma per lavorare in sinergia con l’osteopata sull’attacco di Emma al seno destro. All’inizio c’è stata un po’ di difficoltà nella suzione di Emma, ma poi l’allattamento si avvia velocemente e Alice torna serena, felice e presente.
Concludiamo ufficialmente il nostro percorso insieme 40 giorni dopo il parto. Ma la nostra relazione non termina lì. Continuiamo a vederci durante gli incontri dell’associazione a cui Alice ed Emma partecipano.
Oggi Alice e Mattia sono felici della scelta fatta e sentono che il viaggio verso la nascita di Emma è stato per loro un tempo di crescita e di evoluzione sia personale che di coppia.
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